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ARTICOLI SULL'AUDIOVISIVO FOTOGRAFICO

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CHE COS'E' UN DIAPORAMA? L'IMPATTO E IL MESSAGGIO

 

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Una vecchia ma ancora valida classificazione degli audiovisivi fotografici prende in considerazione da una parte le modalità tecniche con cui le immagini compaiono sullo schermo e dall’altra le modalità di allestimento. Dal connubio di questi elementi ecco emergere la nostra opera d’arte. La tabella è semplice, rubata da un vecchio numero del Notiziario FIAF che, dopo alcuni - ahimé - traslochi non riesco più a rintracciare. I guru del diaporama la conoscono bene ma può essere utile riportarla per i neofiti.

 

 Analizziamo:

MODALITA’ DI COMPARSA DELLE IMMAGINI SULLO SCHERMO

Lasciate le PROIEZIONI SEMPLICI agli stand fieristici, l’orientamento generale è sicuramente verso la DISSOLVENZA INCROCIATA ma l’autore della vecchia tabella non poteva certo prevedere l’arrivo della “febbre” del digitale perchè alle tre modalità previste ne avrebbe sicuramente aggiunto una quarta: i GIOCHINI.

Finalmente sono arrivati !! E sono tanti: pagine che si aprono verso destra o verso sinistra, santini che ballano sullo schermo, immagini che zoomano all’interno di altre che stanno ferma, panoramiche con pixel saltellanti al centro (ma uscirà prima o poi la versione 4.7 che sembra abbia risolto questo problema ?). Il problema che non si risolve è quello del cattivo gusto. Propongo la distribuzione di antiemetici all’ingresso della sala al prossimo seminario.

Chi mi conosce sa che sono tra gli antesignani del digitale, il primo, assieme all’amico Franco, ad aver proiettato in digitale ad un Seminario DIAF tra lo scetticismo generale, eppure non sono mai caduto nel tranello dei GIOCHINI. Lasciamoli ai DVD per far colpo sugli amici e torniamo piuttosto a dissolvenze “intelligenti” capaci di sfruttare gli aspetti grafici della foto o di utilizzare le parti scure o le tonalità cromatiche, per creare una terza immagine armoniosa. E ora passiamo alla seconda parte dello schema, la

MODALITA’ DI ALLESTIMENTO

Le prime due proposte non fanno certo parte del nostro modo di lavorare, infatti per PROIEZIONE CON MUSICA DI SOTTOFONDO e/o CON COMMENTO PARLATO si intende una colonna sonora non sincronizzata ed un commento dalla viva voce dell’autore. Sono modalità comunque da rispettare perchè rispondono ad esigenze ben precise di un pubblico particolarmente interessato all’argomento della proiezione, che è solitamente un viaggio. Le ritroviamo per lo più negli incontri organizzati da agenzie turistiche: non vi sono pretese creative ma la necessità di informare e di essere informati.

Ed eccoci finalmente alle modalità di allestimento e di proiezione “più nobili”. Cosa distingue la SERIE SONORIZZATA dal DIAPORAMA? una tesi con un messaggio dell’autore dice la tabella riassuntiva. Mi trovo nella piazza del paese, tra tamburini e stendardi, la rievocazione storica, oppure sulla riva di un mare tropicale, la vacanza tanto attesa con la famiglia. Mi inerpico tra le stradine di una città murata o sulle ferrate del Brenta. Mi apposto in botte all’alba per cogliere il volo degli aironi, oppure ricerco straordinarie geometrie nella natura dilatata dal mio obiettivo macro. Osservo, scatto. Le mie immagini vogliono DESCRIVERE. Mi guardo intorno, il mio obiettivo scruta, coglie particolari inesistenti per gli altri, penombre dalle quali emergono profili di luce, riflessi che descrivono panorami improbabili, sguardi intensi seminascosti da macchie di colore. Sono in camera oscura, nel mio laboratorio fotografico, fatto di acidi oppure di pixel. Creo, elaboro invento. Dalle mie dita escono immagini irreali, di pura fantasia, incomprensibili ma ricche di fascino. Le mie immagini vogliono TRASMETTERE sensazioni, emozioni. 

La SERIE SONORIZZATA non richiede studio bibliografico, non contiene messaggi, non vuole convincere. Vuole DESCRIVERE oppure vuole TRASMETTERE emozioni. In entrambi i casi l’impresa è veramente ardua e il rischio di cadere nel banale è sempre in agguato. Mi spiego: il lavoro può diventare un audiovisivo fotografico di valore solo se possiede una caratteristica fondamentale, imprescindibile: l’IMPATTO. L’opera deve violentare lo spettatore per la straordinaria bellezza delle immagini da cui è composta, per le luci, per l’originalità delle inquadrature, per la fantasia estrema, per gli accostamenti cromatici. Foto banali di una sequenza di farfalle vanno destinate al libro di scienze. Gli affreschi della chiesa o i graffiti rupestri, senza una “ricerca fotografica”, vanno utilizzati per il libro di storia dell’arte. Una serie sonorizzata senza impatto non vale.

Nel buio della sala, da spettatore qualunque, mi trovo a riflettere sulle sequenze di immagini che si succedono sullo schermo e talvolta mi chiedo: sono belle perchè è bello il soggetto o sono belle in assoluto? Oppure mi chiedo: sono belle perchè realizzate tecnicamente molto bene (ARTE- MESTIERE) oppure perchè  “riproducono bellamente ... in modo da dare una dimensione poetica, nonostante l’eventuale non poeticità dell’oggetto (ARTE-POESIA)” da Nazzareno Taddei – LETTURA STRUTTURALE DELLA FOTOGRAFIA. Attenzione giurie di concorsi a questa distinzione!

Il DIAPORAMA è tutt’altra pasta. Nasce dal desiderio di trasmettere un MESSAGGIO e pertanto è pensato, studiato in profondità. E’ spesso pianificato a tavolino. La sua preparazione richiede letture, ricerche bibliografiche, conoscenze etniche, politiche, geografiche. Può contenere metafore, simbolismi, allusioni. Talvolta è il risultato di una ricerca interiore e scava tra i ricordi del passato o tra i sogni proiettati nel futuro. Altre volte coglie le contraddizioni della nostra società opulenta e la confronta con la sofferenza e l’emarginazione.

L’autore cerca le giuste immagini per inseguire la sua idea, per creare le componenti del MESSAGGIO. Scarta le foto che non servono, magari bellissime, va a caccia di altre di cui ha bisogno, magari scadenti, non importa. Utilizza musiche melodiche e rumori sgradevoli, miscelandoli con sapienza alla successione di fotogrammi con accostamenti armonici, tali da far riflettere e/o da suscitare emozione. Il diaporama è fatica. E anche in questi casi, spettatore nel buio della sala, mi chiedo: quanto ha pensato, quanto ha studiato questo autore? Quanto ha riflettuto, quanto ha camminato? Quanto ha sudato?

Naturalmente non tutti i requisiti descritti sono possibili contemporaneamente nella stessa opera, ma se ci guardiamo intorno con attenzione scopriamo che vi sono autori che riescono, nei loro lavori, a coniugare le caratteristiche di una vera serie sonorizzata con quelle di un vero diaporama. Il massimo!

Tutti noi, ancora oggi, siamo attanagliati dal solito vecchio quesito, nato già alla fine dell’ottocento: La fotografia è un’arte? Ora, a complicare le cose, potremmo aggiungere un secondo quesito: L’audiovisivo fotografico è un’arte?

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Consiglio il collegamento con lo splendido sito www.abc-fotografia.com curato dall’amico Romano Cicognani, dove, nell’area “abc” potrete trovare articoli tecnici e di contenuto che ho utilizzato per scrivere queste righe.


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