Nel
precedente articolo ho analizzato gli errori più comuni riguardanti
alcuni aspetti che ritengo primari e fondamentali per un audiovisivo: il
titolo, l'idea e la dinamica comunicativa.
L'AV
si sviluppa ovviamente mediante altri strumenti, pure fondamentali, sui
quali a volte si rischia di effettuare scelte inadeguate o di commettere
errori grossolani. Ripeto che esprimerò opinioni che derivano dalla mia
personale esperienza e che, ovviamente, possono anche non essere
condivise. Ben vengano dibattiti e approfondimenti.
LA FOTOGRAFIA: la
mia estrazione è essenzialmente fotografica e inevitabilmente sono
portato ad attribuire una grande importanza alle immagini. Per questo
motivo, quando intraprendo una nuova opera, esamino con molta attenzione
il materiale che ho a disposizione. Non ho alcuna esitazione ad
ammettere che, se al ritorno da un viaggio, mi ritrovo fotografie di
bassa qualità, cosa abbastanza frequente quando si è intruppati in
gruppo, evito di fare un audiovisivo o magari realizzo un montaggio
finalizzato alla famiglia o agli amici. Un piacevole ricordo della
vacanza. Utilizzare foto belle è sicuramente una premessa per un buon
successo.
![](Il-punctum-di-Roland-Barthes.jpg)
Non è
mio compito affrontare l'annoso e contorto quesito "perchè una
fotografia è bella". Chi leggerà l'articolo avrà sicuramente
opinioni ben più illuminate delle mie, ma voglio spendere due righe su
un tipo di fotografia che attualmente imperversa e che racchiude in sé
uno dei maggiori errori fotografici. Parlo di una foto perfettamente
esposta, a fuoco, ben bilanciata, nel totale rispetto della regola dei
terzi, dotata del "punctum" di Barthes ma .... banale. Siamo
circondati, complici i social, da foto banali. Una enorme quantità di
foto banali con una altrettanto enorme quantità di "mi piace".
Nell'AV "descrittivo" e in quello "estetico-creativo"
(vedi notiziario n° 74 - pag. 12) la fotografia è fondamentale. Deve
essere originale, deve essere super. Occorre evitare le ripetizioni che
fanno addormentare lo spettatore. Ogni foto deve essere una nuova
sorpresa, deve stupire e contemporaneamente deve suscitare empatia. Solo
così si mantiene viva l'attenzione.
E'
necessario rispettare una certa coerenza con l'argomento trattato,
escludendo le immagini che non c'entrano anche se belle, vincendo
la tentazione di mettercele tutte. Ricordiamo come è facile
innamorarsi delle proprie foto, a cui talvolta siamo legati per
situazioni ambientali o per stati d'animo relativi alla vacanza. In tal
senso è facilitato chi realizza montaggi con foto di altri, svolgendo la
funzione di regista.
Diverso atteggiamento si dovrà avere per gli Audiovisivi "con
messaggio" (racconto audiovisivo). In questo caso la scelta delle
foto dovrà essere funzionale all'idea, al messaggio e all'impianto
narrativo. Dovremo prestare una particolare attenzione alla coerenza con
il tema e con lo storyboard che ci siamo costruiti. Le fotografie,
spesso costruite e realizzate da hoc, dovranno essere scelte in questa
logica, per cui anche immagini banali o non particolarmente estetizzanti
potranno diventare utili, importanti o addirittura fondamentali. A
maggior ragione sarà necessario evitare foto non pertinenti.
![](Koudelka-a.jpg)
Un
errore decisamente grossolano è il passaggio da un formato di visione ad
un'altro: qualche foto in 3:2, altre in 4:3, altre in verticale. Lo
schermo risulterà percorso da linee sovrapposte, da zone nere, da
fastidiose sovrapposizioni. Pensate se vedessimo corbellerie del genere
al cinema o in TV! Va da sé che, scelto un formato di visione, lo si
dovrà mantenere con coerenza, adattando tutte le immagini a quello.
L'articolo di Giuliano Mazzanti Elementi del montaggio
(Notiziario n° 75 pag. 14) affronta con chiarezza il tema dei formati di
visione maggiormente utilizzati, mentre le modalità di inserimento delle
fotografie verticali sono state da me esaminate nei notiziari n° 66 pag.
17; n° 67 pag. 16; n° 68 pag. 17.
Discutere sul legittimità del ricorso alla post-produzione potrebbe
portarci molto lontano. Del resto le sue origini risalgono a ben prima
dell'epoca digitale. Praticata da Adams, Koudelka, Salgado e da tanti
altri, è un gran bel divertimento, ora alla portata di tutti, che
permette di correggere errori e di migliorare la qualità dell'immagine.
Attenzione che una post-produzione "grossolana" con cieli color mutanda,
sfocature improponibili, fotomontaggi assurdi sono errori fotografici
che creano altrettanti "traumi visivi" e faranno scadere la qualità del
nostro audiovisivo.
Proseguirò sul prossimo numero del notiziario, analizzando gli errori di
colonna sonora e di regia.
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