L'articolo
prosegue il percorso iniziato sui numeri precedenti del Notiziario DiAF
nei quali ho parlato di TITOLO, IDEA e CAPACITÀ COMUNICATIVA (Notiziario
n° 75) e di FOTOGRAFIA (n° 76).
Lo sgabello a
tre piedi, con il quale si raffigurava storicamente l'AV, traballa se
viene a mancare una delle tre fondamentali componenti: fotografia,
colonna sonora e regia. E' quindi inevitabile affrontare il tema della
COLONNA SONORA. L'argomento ci potrebbe portare molto lontano e non è
mia intenzione fare un trattato a tutto campo. Mi limiterò ad
analizzare gli errori più comuni in cui ci si può imbattere.
L'autore di AV
deve avere inevitabilmente delle competenze musicali perché la colonna
sonora ha il potere di pilotare le emozioni dello spettatore e spesso
costituisce una chiave di lettura per interpretare la sequenza
fotografica. La musica ha infatti un grande potere evocativo perchè la
nostra mente tende a creare collegamenti tra suoni e immagini. E' ovvio
che Profondo rosso di Dario Argento non avrebbe funzionato se avesse
avuto come sottofondo La pasta Barilla o un bel flamenco. Il cinema, la
televisione, la pubblicità sono maestri per noi appassionati. Dobbiamo
convincerci che ogni brano musicale è evocativo di qualche cosa. Per
questo motivo ho passato anni a creare un database, classificando in
senso evocativo testi musicali, canzoni, colonne sonore ecc. Al momento
opportuno una breve ricerca mi permette di trovare il giusto
accostamento.
Molti autori
realizzano la costruzione partendo dalle immagini sulle quali poi viene
montata la colonna sonora. Altri autori partono dalla colonna sonora e
su questa montano le fotografie. Non c'è una regola. In entrambi i casi
però è necessaria una perfetta coerenza tra suoni e fotografie, nella
logica del messaggio che si vuole trasmettere.
![](Diversamente%20vivi%20web.jpg)
Viene da sé che
un primo grossolano errore é l'impiego di una colonna sonora "che non
c'entra con le immagini". Ricordo di aver visto un audiovisivo sulla
Via della Seta - bellissime immagini - commentato da un sassofono
di New Orleans! Di fronte alla mia timida obiezione, l'autore, con
cipiglio, rispose che quel pezzo - bellissimo pezzo - per lui era molto
importante perchè gli ricordava una vicenda affettiva della sua vita e
che io non potevo capire. Giusto, io non capivo ma ... non capisco
ancora.
A volte,
nella scelta musicale, ci imbattiamo in brani famosi, tratti da
film arcinoti che nel nostro immaginario ricordano scene
cinematografiche specifiche. Altro errore. Quante volte mi è capitato di
vedere immagini del Gran Canyon o della Monument Valley commentate dalla
colonna sonora di Per un pugno di dollari. La mente dello
spettatore plana su una strada assolata e polverosa, nel bel mezzo del
duello di Clint Eastwood. E' anche vero che un brano ultra famoso
potrebbe costituire la traccia per un contenuto ironico o umoristico. Un
esempio: Diversamente vivi
https://www.youtube.com/watch?time_continue=4&v=XAPBt3fCOjg
![](Note%20sulla%20Scandinavia%20web.jpg)
Un tema
geografico spesso è articolato in sequenze e alterna paesaggi,
monumenti, personaggi. In tal caso è opportuno che vengano scelti
brani musicali diversi, adatti ad ogni sequenza. La ricerca dovrà
essere accurata, ma in cambio la nostra opera acquisterà una
indiscutibile vivacità. Il brano musicale dovrà cambiare esattamente
quando cambia la sequenza perchè imprecisioni di montaggio verranno
notate facilmente. Anche gli errori di mixaggio richiedono molta
cura perchè i passaggi devono essere impercettibili. Purtroppo non tutti
i software consentono elaborazioni efficaci.
Un brano
musicale, una canzone sono sempre dotati di una partitura: un
esordio graduale, poi un crescendo, un ritornello, magari una pausa
sonora, di nuovo un crescendo fino ai toni più enfatici, di nuovo il
ritornello, un ritorno ai toni iniziali fino a quelli conclusivi. Le
diverse espressioni sonore che compongono il brano devono essere
sfruttate nella distribuzione delle immagini. A fronte di un crescendo
musicale, anche le immagini devono avere un crescendo, così il finale
dell'AV deve essere accompagnato da toni musicali conclusivi, più
sommessi. Si dovrà tener conto anche del ritmo che dovrà essere
sincronizzato con il cambio delle immagini. Occorre riconoscere le
battute musicali. Ripassare le nozioni elementari di solfeggio non
sarebbe male. Un ritmo lento richiederà dissolvenze lente, per ritmi più
veloci si potrà arrivare fino al cut. Un esempio: Note sulla
Scandinavia
https://www.youtube.com/watch?v=xLPQB1JZG3Y
Spesso,
utilizzando brani diversi scaricati dal web, non teniamo conto del
volume di registrazione di ognuno. Le casse da tavolo del PC, di
pochi watt, non consentono di avvertire queste differenze che, in una
sala munita di un grande impianto stereo, appariranno clamorose e
fastidiose, costringendo ad aggiustamenti di volume in corso d'opera.
Suggerisco di effettuare il montaggio utilizzando cuffie di qualità. Il
mio software è dotato di una fantastica finestra dei decibel che
consente in modo visivo la giusta equalizzazione.
Se utilizziamo
una canzone con un testo inerente alle immagini, corriamo particolari
rischi. Una canzone poco nota costringerà lo spettatore ad ascoltare le
parole con molta attenzione cercando nello stesso tempo l'attinenza con
le foto. Si innesca un sistema di decodifica che amo definire effetto
ping pong. Foto e parole scorrono velocemente e la mente dello
spettatore rimbalza dalla interpretazione visiva a quella uditiva in un
esercizio penoso e stancante che in un paio di minuti provoca un
inevitabile rigetto. Meglio scegliere una canzone molto nota oppure una
canzone con frasi semplici che si ripetono più volte.
Anche le
canzoni in lingua straniera pongono problemi. A volte valgono per
la loro musicalità ma quando il testo inglese é fondamentale per la
comprensione dell'AV, conviene inserire una traduzione anche sommaria
che consenta di interpretare il significato dell'opera. Non possiamo
pretendere infatti che lo spettatore sia un poliglotta. Un esempio:
La ragazza del New Jersey
https://www.youtube.com/watch?v=gv5TVz0y6JA.
![](La%20ragazza%20del%20New%20Jersey%20web.jpg)
E, per finire,
l'errore più grave è rappresentato da una colonna sonora monotona:
il rischio è che la musica soporifera che abbiamo utilizzato sia
soverchiata da una "russata" corale di tutto il pubblico in sala.
Parliamo di
"colonna sonora" perchè non ci serviamo solo della musica ma utilizziamo
anche rumori, testi recitati, silenzi. Questi elementi saranno oggetto
della prossima conversazione.
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