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ARTICOLI SULL'AUDIOVISIVO FOTOGRAFICO

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 UNA GIURIA AL MICROSCOPIO 

GLI ESAMI VANNO BENE...MA IL MALATO E’ MORTO

 
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Quando gli amici del Circolo K2 di Firenze mi hanno proposto di far parte della giuria nel Concorso per Audiovisivi Fotografici – Trofeo Città di Firenze, se per un verso mi sono sentito lusingato per la considerazione, inevitabilmente il pensiero è andato al recente Circuito Nazionale DiAF e ai problemi emersi proprio in rapporto ai criteri di valutazione degli audiovisivi. Discussioni, contradditori, talvolta polemiche, il tutto condito da una vena sottile di insoddisfazione, di delusione. Ho avuto l’antipatica sensazione che avrei rischiato di entrare nell’occhio del ciclone, in una logica di attenta verifica del mio operato.
Ho fatto parte di altre giurie in passato, ma ho partecipato con tranquillità, in tempi al di sopra di ogni sospetto. D’altra parte il tema della valutazione mi è sempre stato a cuore: alcuni miei articoli al riguardo sono stati pubblicati sul notiziario DiAF e sono scaricabili dal mio sito internet. Ho accettato quindi la proposta, che ho visto come un’occasione per rivedere e aggiornare vecchi concetti già espressi da me e da altri e per verificare direttamente “sul campo” l’attendibilità di una nuovo modello operativo, alla luce delle trasformazioni portate dal digitale. 

E’ nata così questa GRIGLIA DI VALUTAZIONE che ho sottoposto agli organizzatori del Concorso e agli altri membri della giuria (Carlo Ciappi e Desfansion Bigazzi), montata su un foglio elettronico Excel che permette di effettuare automaticamente le somme.

 

GRIGLIA DI VALUTAZIONE – fac simile 

 
Nella parte sinistra compaiono autore, titolo e durata. Seguono le colonne dei criteri messi a punteggio. La somma di Valutazione soggettiva, Drammaturgia, Regia crea la graduatoria finale. Le due colonne in rosso a destra costituiscono due premi speciali, con graduatoria autonoma. 
 

VALUTAZIONE SOGGETTIVA (1-20 punti)

La griglia prende in considerazione prima di tutto una VALUTAZIONE SOGGETTIVA, cui vengono attribuiti da 1 a 20 punti. Costituisce la prima e immediata sensazione che il giurato (e naturalmente anche il pubblico) ricava dall'audiovisivo. E’ una percezione di impatto, priva di specifiche motivazioni, strettamente “epidermica”. Rappresenta la capacità dell’audiovisivo di trasmettere emozioni e/o indurre riflessioni.

Ho scelto il punteggio da 1 a 20 per sganciarmi dal tradizionale punteggio scolastico (da 1 a 10), con il quale si è più facilmente portati ad attribuire punti che vanno dal 4 al 8, come siamo stati abituati appunto a scuola. Oltre a questo, una gamma ampia di punteggi riduce molto il rischio di lavori a pari merito.
 

DRAMMATURGIA (1-20 punti)

Segue la DRAMMATURGIA, con le sue fondamentali componenti:
- fotografia: intesa non come bellezza delle foto ma come coerenze delle foto all'idea e ai contenuti dell'opera (per la bellezza della fotografia abbiamo utilizzato i premi speciali, incolonnati nella parte destra della tabella, con punteggio autonomo).
- colonna sonora: anche in questo caso valida se adeguata e coerente al tema e ai contenuti (il valore della scelta e del montaggio della colonna sonora trova riscontro nei premi speciali)
- ritmo
- dissolvenza e altri effetti dinamici (sempre valutati in rapporto alla coerenza con il tema dell'audiovisivo)
Ognuna di queste voci ha un punteggio da 1 a 5, per un totale massimo di 20 punti.
 

REGIA (1-20 punti)

Ultima voce della griglia (ma non certo per importanza) è la REGIA che riconosce le capacità dell'autore nell'aver scelto un titolo appropriato e coerente, nell'aver sviluppato un’idea e nell'aver elaborato le varie componenti, realizzando un montaggio con contenuti in grado di trasmettere emozioni e indurre riflessioni.

Anche in questo caso un punteggio da 1 a 20, attribuendo fino a 8 punti al titolo, elemento fondamentale, e da 1 a 6 rispettivamente per l’idea e per l’elaborazione complessiva.

 
Da una prima analisi i criteri descritti sembrano quelli abitualmente utilizzati anche in passato. Quali sono le reali novità?
 
Innanzitutto viene dato uno spazio notevole alla soggettività della valutazione, addirittura un terzo del punteggio globale. Questa voce non è mai apparsa ufficialmente nelle valutazioni fino ad ora proposte, anche se sono convinto che ogni giuria, nella elaborazione della graduatoria finale, ne abbia sempre tenuto conto. Attenersi e mettere a punteggio solo gli aspetti tecnici (fotografia, colonna sonora, ritmo ecc.) mi ricorda certe ironie sulla mia professione: gli esami andavano tutti bene, ma il malato è morto. Per fortuna si tratta solo di perfide ironie e queste tristi vicende capitano sempre più raramente. Nell’audiovisivo invece capita con una certa frequenza che il tecnicismo sia perfetto, impeccabile, da 30 e lode, ma che il lavoro non trasmetta, non susciti nulla.
Aver inserito e messo a punteggio questo criterio è stata, per la nostra giuria, l’occasione per approfondire, mediante una discussione aperta, i significati di alcuni lavori esaminati, confrontando le motivazioni di alcune percezioni soggettive discordanti.
 
Altro elemento innovativo è rappresentato dalla distinzione tra la fotografia intesa in senso drammaturgico, rispetto alla fotografia intesa come elemento estetico, con punteggi nettamente separati. Nella colonna della DRAMMATURGIA infatti la fotografia viene valutata solo in base alla coerenza con il tema e i contenuti dell’opera. In questo senso l’autore è libero di utilizzare foto sue personali o foto di altri, o foto scaricate dal web, ma sempre finalizzate a valorizzare il risultato emozionale dell’audiovisivo.
 
Dove va a finire quindi la capacità fotografica dell’autore? L’istituzione di un PREMIO SPECIALE per il miglior fotografo mi è sembrata una buona risposta. Viene effettuata una graduatoria separata (in rosso a destra nella tabella) nella quale le fotografie vengono valutate e premiate solo in base al profilo estetico, indipendentemente dal tema trattato. Manco a farlo apposta, nel nostro concorso l’audiovisivo n° 13 ha vinto il premio speciale per il miglior fotografo e questo premio non andrà all’autore-regista del lavoro ma all’autore delle foto che è un’altra persona.
 
Lo stesso dicasi per la colonna sonora. Anche la colonna sonora può essere valutata da due diversi punti di vista: da un lato il suo significato drammaturgico, cioè l’affinità, l’adeguatezza, l’armonia con il tema trattato, dall’altro la sua bellezza compositiva. Nel primo caso il punteggio da 1 a 5 viene inserito nella colonna della drammaturgia, nel secondo caso, analogamente alla fotografia, viene istituito un PREMIO SPECIALE, con punteggio da 1 a 20. Non dimentichiamo infatti che la colonna sonora è, per molti autori, una vera e propria occasione compositiva. Il mixaggio di brani musicali oculatamente scelti, l’inserimento di suoni, di rumori, di un testo parlato di timbro e di contenuto coinvolgenti può permettere di creare una composizione musicale nuova e originale. Questo premio speciale vuole stimolare gli autori a valorizzare questo pilastro fondamentale dell’audiovisivo.
 
Ho voluto isolare, con un punteggio separato (da 1 a 20) il giudizio sulla REGIA perché ritengo che il regista svolga un ruolo fondamentale. E’ il vero autore dell’audiovisivo. Può anche non essere l’autore delle foto ma a lui compete l’idea, la scelta del titolo che inevitabilmente condiziona lo spettatore e spesso costituisce la chiave di lettura dell’intero lavoro. Realizza il montaggio e utilizza le varie componenti tecniche subordinandole ai contenuti e alla emozionalità.
 

Un breve diario della giornata.

I lavori da esaminare erano 49, un notevole impegno di tempo e di risorse. La settimana precedente all’incontro ci erano stati recapitati a casa, in un DVD. Ho pertanto avuto modo di esaminarli con calma prendendo qualche appunto, come mia abitudine.

Prima di iniziare i lavori di giuria, abbiamo chiarito, rivisto e concordato i criteri di valutazione proposti nella griglia. Abbiamo deciso di leggere ad alta voce, per correttezza, la breve descrizione di presentazione proposta da ogni autore. In certi casi la presentazione si è dimostrata un’arma a doppio taglio perché ha creato delle aspettative che non hanno trovato conferma nel lavoro. Stesso dicasi per certuni titoli. L’ordine di proiezione è stato estratto a sorte per non favorire i primi autori in elenco e penalizzare gli ultimi, che inevitabilmente vengono esaminati quando la stanchezza comincia a prevalere.

Dopo ogni visione i giurati hanno proposto i punteggi che sono stati sommati e registrati nel foglio elettronico. In caso di evidenti discordanze si è avviata una discussione chiarificatrice tra i giurati che talvolta ha permesso di rivedere la valutazione. La graduatoria finale è stata ampiamente dibattuta e rivista in modo critico al fine di salvaguardare la qualità a dispetto dei freddi numeri.

I criteri utilizzati nella griglia si sono dimostrati di impiego semplice, ma rispondenti alle principali caratteristiche qualitative di un audiovisivo. E’ stato così possibile effettuare valutazioni complete, approfondite ma nello stesso tempo veloci (e questo non guasta, con 49 opere da esaminare!).

La nostra esperienza è una proposta che trovo giusto condividere e girare a tutti gli appassionati. La griglia è a disposizione per essere limata, modificata, adattata. Ha un grave difetto: crea una graduatoria per cui non riesce a far vincere tutti. Ci saranno autori contenti e autori scontenti. Del resto il concorso è un gioco e, ritornando alla metafora sanitaria, partecipare non è una prescrizione medica.

 

Mirandola, 26/2/2010

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