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  LO SCONOSCIUTO AMICO DEL WEB  
     
 

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Grande momento il Seminario DIAF. Un vero piacere incontrare amici che non si vedono da mesi. Chiacchierare, discutere, analizzare, programmare. Poi vedere. Lavori nuovi, inediti, talvolta in fase di "costruzione", in attesa di consigli. E ascoltare. Commenti acuti o banali, superficiali o profondi. Commenti aperti e sinceri, in amicizia. Per crescere insieme.

Anche quest'anno il rituale si è rinnovato, grazie al notevole impegno degli organizzatori, inserendo una formula nuova, rappresentata da commenti preparati preventivamente da alcuni giurati resisi disponibili. La novità, molto interessante, in certi casi ha permesso al giurato un personale approfondimento dei contenuti consentendo l'introduzione di elementi culturali nella "lettura" dell'audiovisivo. Sono state fornite chiavi di lettura altrimenti non praticabili. Un eccesso di interventi programmati e "dotti" in effetti ha limitato il dibattito, togliendo un elemento fondamentale di crescita a tutti (e togliendo a me il sottile piacere di fare i miei soliti commenti) ma credo che nelle prossime edizioni si potrà porre rimedio cercando una giusta via di mezzo.

L'articolo di Lorenzo "Appunti per crescere" analizza con grande precisione le criticità emerse nelle giornate trascorse assieme e mi sento di aderire pienamente a contenuti, considerazioni e soluzioni espresse.

Vorrei sottolineare però un aspetto emerso purtroppo in modo molto marginale nel pomeriggio dedicato alla analisi del Circuito DIAF. Si tratta della "originalità dei lavori". Esaminando a casa mia i lavori presentati al 7° Circuito, mi sono divertito ad effettuare semplici e banali ricerche mediante Google e YouTube, inserendo nei motori di ricerca alcune citazioni dei titoli di coda. Con notevole disappunto mi sono reso conto che certuni lavori erano già presenti, bell'è pronti, in YouTube. L'autore aveva semplicemente scaricato integralmente testo parlato e colonna sonora, inserito il tutto sul programma di montaggio limitandosi ad appiccicare le sue foto su un progetto fatto da un'altra "sconosciuta" persona.

Mi chiedo: cosa c'è di originale in questi lavori? L'idea no: è copiata da un altro; la colonna sonora (con musica, parlato, effetti) no: è stata scelta e montata dalla "sconosciuta" persona; la drammaturgia, comprensiva di montaggio/ realizzazione no: il montaggio è stato effettuato dallo sconosciuto e prezioso amico del web. Forse esiste uno "sforzo" di ricerca drammaturgica: aver sfogliato molte pagine di YouTube, per trovare il lavoretto più adatto alle proprie foto. La dinamica comunicativa può essere presente e anche molto importante, se lo sconosciuto amico del web ha lavorato bene. Rimane la fotografia. Questa è dell'autore per fortuna. E' l'unica cosa che appartiene all'autore ed è pertanto l'unica cosa che vale e che andrebbe giudicata. Ma potrebbe essere stata scaricata da Internet ... ! 

In realtà i giurati, inconsapevoli, hanno premiato questi lavori, valutando adeguatamente le varie componenti, attribuendo i relativi punteggi e ponendoli in posizioni elevate nella graduatoria.

 Questa constatazione crea inevitabilmente una certa amarezza. Tutti noi attingiamo brani musicali dai CD in commercio o testi recitati dai social network per costruire la colonna sonora ma questa, ripeto, è costruita da noi mediante mixaggi, tagli, sovrapposizioni, rielaborazioni, inserimenti. Proviamo a riascoltare il lavoro di Giuliano Mazzanti o della Caserio e riflettiamo. Gli addetti ai lavori certamente saranno in grado di intuire il gravoso impegno, unito ad una forte fantasia creativa, che quei montaggi hanno richiesto. Ben diverso da chi ha prelevato il prodotto tale e quale da YouTube come se l'avesse prelevato dallo scaffale di un supermercato.

Ancora peggio è il prelievo dallo scaffale della Idea che costituisce, penso, il principale elemento qualificante del lavoro, visto che tutte le altre componenti scendono "a cascata" da questa. Molti registi si ispirano a romanzi, è vero, ma esprimono con un linguaggio cinematografico un contenuto letterario. Spesso l'espressione cinematografica diviene opera d'arte al pari del romanzo d'origine. Analogamente molti di noi costruiscono il loro audiovisivo partendo da una poesia, da una canzone. Il nostro "autore" ha semplicemente "sfogliato" il web alla ricerca di una buona idea da copiare e da far sua. 

Il progresso informatico in 10 anni ha veramente rivoluzionato gli scenari risolvendo una marea di problemi ma indubbiamente creandone altri.  

Sono convinto che ognuno possa realizzare l'audiovisivo come gli pare, anche scaricandolo dal web se crede. Questo per gli usi "domestici". Le cose cambiano però se quell'audiovisivo viene inviato ad un concorso, una competizione con altri. 

Certamente troverà una giuria in buona fede, con la massima fiducia nei confronti di tutti i partecipanti. Del resto l'infinita varietà di proposte del web non permette nell'immediato alcuna identificazione. Come si è visto, ne deriveranno qualificazioni incoraggianti, talvolta molto buone, dato che nel web, tra tanto scarto, si trovano anche prodotti di alta qualità. Tutto questo a scapito di chi, utilizzando il proprio cuore, il proprio cervello e tante ore di lavoro, ha voluto realizzare un'opera autenticamente personale.

 E' possibile che anche l'autore sia in buona fede. Nella logica che tutti attingono da Internet scaricando musica, poesie, prosa, probabilmente si è sentito del tutto giustificato a cercare e scaricare qualcosa di pronto, adatto alle sue foto. Del resto il Regolamento del Circuito si limita a richiedere le coordinate dei brani musicali o poco più.

 Non credo ci sia una ricetta assoluta per risolvere questo problema. Far finta che non esista, nella logica che "occorre giudicare il prodotto finito senza chiedersi come è stato realizzato", mi sembra la strada peggiore. 

Chi si farà carico del prossimo Circuito dovrà farsi carico anche di queste mie considerazioni che credo meritino una particolare attenzione e, mi auguro, una specifica nel nuovo Regolamento. 

Azzardo una soluzione:

i partecipanti potrebbero essere invitati a compilare una scheda di "autocertificazione" nella quale, barrando specifiche caselle, sarebbero invitati a specificare nel dettaglio l'origine delle componenti del lavoro. Esempio:

Fotografia: a) integralmente dell'autore; b) di ............. ; c) scaricata dal sito web ..........

Colonna sonora: a) nome e autore dei brani musicali b) brani musicali remixati dall'autore: Si - No; c) brani musicali integrali; d) composta dall'autore.

Ecc.

Un quesito potrebbe suonare pressappoco così:

L'audiovisivo è stato realizzato inserendo proprie foto su un montaggio scaricato dal web? Se sì, da quale sito? da quale canale?

Ovviamente le giurie dovranno valorizzare i lavori originali rispetto a quelli che sono stati, in parte o integralmente, copiati. Scontato che la verifica a posteriori di una dichiarazione falsa dovrebbe determinare l'espulsione dell'audiovisivo dal Circuito. Mi rendo conto che tutto questo risulta macchinoso ma sicuramente qualcuno ha proposte migliori.

Spero che queste mie noiose considerazioni possano aprire un dibattito all'interno del Dipartimento per una puntualizzazione su questo fenomeno che danneggia la fantasia e la creatività di tanti appassionati.

 
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