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       Domenica 22: Ci
      siamo imbarcati a Bologna alle ore 18:40 con un forte ritardo. Dopo uno
      scalo tecnico a Monastir siamo arrivati a Djerba in albergo (Hotel
      Haroun) alle ore 23:00. Siamo stati accolti da una drammatica cena fredda
      in camera, rappresentata da una foglia di insalata ed una fetta di
      fontina, oltretutto solo per due. A nulla sono servite le proteste con il
      cameriere assonnato.
      
       
      Lunedì 23: Alle
      8:00 del mattino abbiamo preso possesso dei fuoristrada (Toyota Land
      Crouiser) già pronti nel cortile dell’albergo. Il gruppo era molto
      numeroso: una cinquantina di persone su nove veicoli. Sul ponte romano che
      unisce l’isola di Djerba alla terraferma il nostro accompagnatore
      tunisino ha fatto la sua prima noiosissima spiegazione. Il ponte è
      percorso da una brutta condotta d’acqua. Tutt’intorno vi sono
      coltivazioni di ulivi. Ci siamo diretti a MEDENINE, ove abbiamo
      sostato per visitare il piccolo nucleo storico costituito da resti di
      antichi granai berberi, detti ghorfas, ora trasformati in
      negozietti per turisti.  In
      uno di questi ho trovato, con sommo gaudio, il gufetto tunisino che mi
      sono affrettato ad acquistare per Maria Rosa. Ci siamo poi addentrati tra
      le case della cittadina, costellate di bancarelle del mercato. In un
      angolo, abbiamo trovato dei tunisini che, seduti in terra, facevano uno
      strano gioco con i semi di zucca. Dopo aver mangiato un buon panzarotto
      ripieno, comprato in una lurida latteria, siamo ripartiti verso TATAOUINE,
      ove abbiamo visitato la tipica piazzetta con il mercato, delimitata da
      portici intonacati di bianco. Il posto è magnifico ma la sosta consentita
      dalla guida (solo mezz’ora) si è dimostrata decisamente insufficiente.
      Proprio qui abbiamo assaggiato le “corna di gazzella”, tipici
      dolcetti di mandorle e miele: stomachevoli !!! Mi sono consolato
      fotografando Elena con un falchetto sul braccio e con una espressione
      semiterrorizzata. Seguendo un itinerario di colline e basse montagne,
      abbiamo raggiunto CHENINI, un antico villaggio arroccato sul fianco
      di una collina e dominato da una moschea bianca. Naturalmente Francorosso
      non ti fa mancare il pranzo di mezzogiorno, di tono molto modesto e in
      grado di far perdere un sacco di tempo al gruppo. Molto carino il
      ristorante ricavato da una grotta. La maggior parte delle case di questo
      villaggio sono scavate nella montagna. Dopo pranzo siamo saliti alla
      moschea bianca ove abbiamo dovuto sorbirci una pedante spiegazione da
      parte della nostra guida. L’itinerario pomeridiano ci ha condotto al
      villaggio di KSAR HEDADA, ove abbiamo 
      visitato antichi granai berberi. Ci siamo persi tra i suggestivi
      cunicoli e le minuscole grotte utilizzate nel 1997 per girare alcune scene
      di Guerre Stellari. La strada si è poi trasformata in una pista nel
      deserto che ci ha condotto all’oasi di KSAR GHILANE, ove siamo
      stati sistemati in un piccolo accampamento di tende beduine con brande.
      Con una manovra tosta siamo riusciti ad avere una tenda tutta per noi. Non
      avendo la pila, ci siamo procurati una candela per l’illuminazione. La
      cena era stata allestita in un grande e squallido stanzone. Mentre
      attendevamo di essere serviti, abbiamo scoperto che in tavola, per errore,
      era stato messo olio da lampada al posto dell’olio per condire.
      Nell’ilarità generale ci siamo accorti che qualcuno, negli altri
      tavoli, l’aveva già utilizzato sul pane o nella minestra. La serata è
      poi terminata con musiche berbere a base di cornamuse e tam tam. Ho dovuto
      utilizzare grosse coperte per chiudere l’entrata della tenda, visto il
      freddo e la notevole umidità. 
      
       
      Martedì 24: La
      pista nel deserto ci ha condotto ad una piccola oasi con bar ove abbiamo
      trovato una gabbietta con due vivacissime volpi del deserto (fennec). A DOUZ
      siamo arrivati  alle 12:00 e
      ci siamo sistemati all’ Hotel Sun Palma. Dopo il pranzo e un breve
      riposo abbiamo visitato un palmeto artificiale per produzione di datteri.
      Inevitabile lunga spiegazione della guida. Più tardi i nostri autisti si
      sono esibiti in un fuoripista nella sabbia, con tentativo di salire in
      cima alle dune.  A ZAAFRANE
      ci attendevano i dromedari per un breve itinerario fino alle dune più
      alte. Elena ha provato con un dromedario baby che nel panico generale si
      è subito impennato.  Ha
      ripiegato poi su un mezzo più tranquillo. Al tramonto abbiamo raggiunto
      le dune. Siamo poi rientrati a Douz per la cena della vigilia di Natale,
      allietata dalla danza del ventre e dalla esibizione di altri ballerini in
      costumi tradizionali.
      
       
      Mercoledì 25: La
      prima sosta del mattino è stata dedicata ad una lunga spiegazione sulla
      avanzata del deserto, che in effetti per questi villaggi è un grave
      problema. La sabbia forma alte dune che ricoprono le palme fino alle
      foglie più alte. Poco distante la strada attraversa il DESERTO SALATO.
      Il paesaggio è risultato poco suggestivo perché il sale è in gran parte
      ricoperto da un sottile strato di sabbia. Arrivati a TOZEUR abbiamo
      effettuato un breve itinerario in carrozzella per visitare un palmeto.
      Siamo poi andati al Museo Etnologico Dar El Chraiet, che accoglie
      interessanti ricostruzioni di ambienti tunisini del passato. Molto bello
      il patio. Proprio qui abbiamo cominciato a conoscere le abitudini di un
      nostro compagno di viaggio, una specie di piacione, sempre alla ricerca di
      un lembo di sole per potersi abbronzare. Inevitabilmente è stato
      soprannominato “lucertola”. Ci siamo sistemati all’hotel Ras el Ain
      e, dopo pranzo a buffet abbiamo raggiunto il centro in carrozzella per una
      breve visita al SUK. E’ qui che ho incontrato le più incredibili
      orecchie a sventola mai viste. Alle 15:00 siamo ripartiti per un lungo
      fuoripista in auto attraversando un piccolo lago salato che fu utilizzato
      come pista di atterraggio nel film “Il Paziente Inglese”. Abbiamo
      scalato una bassa altura a forma di dromedario. Gli autisti poi si sono
      sbizzarriti in incredibili salite e salti tra le dune con i fuoristrada.
      Più tardi abbiamo raggiunto una spianata ove si visitano i resti delle
      scenografie di Guerre stellari, edizione 1977. Il tramonto tra le dune è
      stato indimenticabile. Siamo poi rientrati all’hotel dopo una 
      sosta serale a NEFTA per vedere il palmeto detto
      “Corbeille”.   
      Giovedì
      26: La Medina di Tozeur è costituita da stretti vicoli con
      negozietti e personaggi caratteristici. Vi è una piccola piazza ove hanno
      girato scene di film. Dopo la breve visita, ci siamo incamminati con i
      fuoristrada verso est, sostando all’OASI DI CHEBIKA, la prima
      oasi di montagna. Il paesaggio in questa area è molto bello. Siamo saliti
      fra le rocce, discendendo poi in un canyon ricco di vegetazione. Qui
      scorre un ruscelletto e vi è una piccola cascata tra le palme. 
      Abbiamo proseguito nel deserto roccioso fino a TAMERZA,
      effettuando una breve sosta per visitare una grande cascata in un palmeto.
      In Tunisia ovviamente fanno visitare tutte le cascate che risultano una
      grande attrazione turistica al pari di un antico monumento. Abbiamo
      percorso a piedi un canyon per un breve tratto. Sicuramente avrebbe
      meritato una passeggiata di un paio d’ore ma la nostra amata guida ci ha
      richiamato al dovere. Così la lunga colonna di auto ha proseguito fino a MIDES,
      al confine con l’Algeria. A poche centinaia di metri dal confine abbiamo
      attraversato un villaggio abbandonato, arrivando fino al bordo superiore
      di un alto canyon che alcuni turisti più fortunati di noi si accingevano
      ad esplorare.  Ritornati a TAMERZA,
      ci siamo sistemati in uno splendido Hotel, il Tamerza Palace. Tutte le
      camere dell’albergo sono rivolte verso la vallata e dominano un vecchio
      villaggio abbandonato situato tra le palme. Abbiamo avuto tutto il
      pomeriggio a disposizione per visitare il villaggio abbandonato e
      il palmeto, dove ci siamo persino perduti tra le canne, nel tentativo di
      raggiungere un piccolo lago che si vedeva in lontananza. Recuperata la
      strada principale, siamo arrivati al paese. Qui abbiamo trovato i nostri
      autisti alle prese con i narghilè e con loro abbiamo preso un the alla
      menta. Molto suggestiva la veduta notturna del villaggio dalla finestra
      della camera.
      
       
      Venerdì 27: Siamo
      partiti molto presto al mattino perché era previsto un lungo percorso
      fino a KAIROUAN. E’ questa una città santa per i musulmani. 
      Abbiamo visitato il vasto cortile della Moschea di Okba ove
      sono riuscito a immortalare con la macchina fotografica il nostro compagno
      di viaggio ben piazzato, con gli occhi socchiusi, alle prese con la
      tintarella.  Poco distante
      abbiamo visto i Bacini degli Aglabiti. Ci siamo sistemati presso
      l’Hotel La Casba e, dopo pranzo, siamo ripartiti per la visita
      della Moschea del Barbiere. Il programma prevedeva poi la visita
      alla fabbrica di tappeti, ma abbiamo preferito percorrere la Medina
      perdendoci tra i numerosi negozietti. In un piccolo bar abbiamo assaggiato
      panzarotti e altre strane tartine. Siamo poi rientrati in albergo per
      provare l’emozione del bagno turco. 
      
       
      Sabato 28: La
      partenza come al solito era programmata per le 6:00. Abbiamo sostato a GABES,
      presso la stazione degli autobus. Poco distante, nel gran bazar abbiamo
      potuto fare gli ultimi acquisti a prezzi davvero ragionevoli. Un’altra
      ora di viaggio ci ha portati tra le montagne, fino ai villaggi
      trogloditi di MATMATA. E’ questo uno dei luoghi più rinomati
      della Tunisia. I trogloditi in questione abitavano in profonde cavità del
      terreno, accessibili dall’alto mediante funi. Queste cavità sono dotate
      di piccole grotte laterali a varie altezze che ospitavano il troglodita e
      la sua famiglia. Anche in questo caso la visita è stata molto breve e si
      è limitata ad un solo complesso. Poco distante abbiamo raggiunto il
      villaggio moderno per il pranzo. Dopo un breve percorso in auto ed una
      traghettata siamo ritornati all’hotel Haroun di Djerba. Con i
      nostri nuovi amici abbiamo prenotato alcuni taxi che ci hanno condotto a HOUMT
      SOUK, il centro della cittadina, ove abbiamo trascorso una gradevole
      serata tra le bancarelle. Dopo un the, siamo ritornati all’albergo per
      la cena.
      
       
      Domenica 29: Tanto
      per cambiare la sveglia era prevista per le 4:00. Il volo era in orario:
      siamo arrivati a Bologna alle 9:40, puntuali.
            
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