HOME PAGE

Sorelle.jpg (41846 byte)

VAI ALLE FOTO DEL VIAGGIO

Torna a DIARI DI VIAGGIO

 

SANTO DOMINGO in villaggio

Luglio 2002 

  Scarica il DIARIO in formato PDF
 

La gita a Mirabilandia è stata fatale: Franco e Teresa ci hanno coinvolti in una vacanza all’insegna del completo relax, della totale comodità e della non cultura, esattamente l’opposto del tipo di vacanza che ho sempre ricercato. Ma si sa, passano gli anni e la carne è sempre più debole. L’unico mio colpo di coda è stato la fusione del viaggio a Santo Domingo con la successiva vacanza in Bretagna, senza soluzione di continuo, cioè senza ritorno a Mirandola. Nonostante la proposta abbia suscitato non poche polemiche, alla fine è passata.

Domenica 7 luglio: Alle ore 16.00 circa ci siamo avviati verso Busto Arsizio dove siamo arrivati alle ore 19.20. Siamo stati accolti dai genitori di Paola che si sono resi molto disponibili nei nostri confronti. Abbiamo parcheggiato il camper nel loro grandissimo piazzale e visitato poi la casa nuova di Giorgio e Paola che si è rivelata particolarmente bella.

Lunedì 8 luglio: Il babbo di Paola ci ha accompagnati in auto a Malpensa 2 dove, dopo una breve ricerca, abbiamo trovato Franco, Teresa e Francesca. Al desk della Agenzia Teorema ci hanno consegnato i biglietti e un kit, con buffi cappellini immediatamente adottati da Elena e Francesca. Alle 11.45 circa ci siamo imbarcati. Un po’ di emozione per Elena al suo primo decollo ma in realtà il viaggio si è svolto con estrema regolarità, tra un pasto e l’altro e alle prese con simpatici film. E’ un volo diretto, della durata di circa 10 ore ma, causa il fuso, al momento dell’atterraggio all’aeroporto La Romana erano solo le 15,30. Un pullman ci ha accompagnati al villaggio VIVA DOMINICUS, situato sulla costa sud orientale dell’isola. Uno dopo l’altro siamo stati “punzonati”, cioè forniti di un braccialetto colorato con funzione di lasciapassare. Questa è l’arma vincente del villaggio: permette l’accesso a tutti i servizi e la totale gratuità dei consumi. Il complesso è molto esteso, circa 3000 posti letto, suddivisi tra bungalow immersi nel verde e palazzine in muratura. Sei ristoranti, quattro piscine, discoteca, bar, negozi e un anfiteatro per le serate d’animazione. Sabbia bianchissima, fine e acqua cristallina con tutte le sfumature necessarie, dal turchese al cobalto, completano il quadro. Abbiamo immediatamente inaugurato il nostro bungalow, dotato di un matrimoniale a tre piazze più un singolo destinato ad Elena che ha però subito adocchiato le dimensioni del lettone, pregustando le inevitabili escursioni notturne. Dopo la cena a buffet nel grande ristorante sul mare, semistravolti dal sonno, ci siamo ritirati in camera per le disavventure notturne. Poco dopo infatti è venuto un forte temporale, con tuoni poco concilianti il sonno ed è cominciato a piovere sul letto da una fessura del soffitto. Abbiamo rimediato spostando il letto al centro della stanza ma verso le 2, quando il temporale era terminato, è arrivata una famiglia nel bungalow contiguo, con tutti i rumori del caso, compreso il pianto isterico di un pargoletto. Macinando rabbia, sono ricorso alla inevitabile benzodiazepina per arrivare al mattino.

Martedì 9 luglio: La prima mossa al risveglio è stata quella di fiondarmi alla reception, per cambiare stanza. La pioggia dal soffitto mi è sembrata una scusa più che plausibile e in effetti non ci sono state difficoltà, ottenendo addirittura una sistemazione contigua a Franco e Teresa. Alle 9:30 tutta la truppa italiana era convocata nell’anfiteatro, per le istruzioni generali: orari, pasti, sdraio, teli da bagno, servizi eccetera. Riunione perfettamente inutile, visto che bastava dire “ fate quello che vi pare, tanto è all included!”. In un attimo ci siamo cacciati a mollo, cominciando quella noiosa alternanza bagno-palma che ha scandito tanti momenti della vacanza. Uno dei punti forte del villaggio è senz’altro il bar. Il bar rappresenta la “summa” del piacere. Ogni tua voglia, anche la più sofisticata, ti viene immediatamente soddisfatta, tranne nel caso di essere servito dalla cameriera dominicana nuova, un po’ bruttina e irrimediabilmente lenta. L’italiano medio, vittima delle frustrazioni dei nostri bar dove, per fare un figurone, offre aperitivi  cocktail ad amici e clienti, ritrovandosi poi conti  da mal di stomaco, al bar del Viva Dominicus si rilassa. Le prime ordinazioni sono la classica birra alla spina, magari con un tramezzino o un hot dog, segue poi l’inevitabile Cuba Libre: il nome si ricorda bene e fa molto caraibi. Ma poi pian piano si rispolverano cocktail dai nomi elaborati, dal Negroni al Garibaldi, facili da ricordare, fino ad altri impronunciabili. Si arriva ad origliare le ordinazioni del vicino, adocchiando il colore del beverone. Salta così fuori la Tachipirinja che sembra un antifebbrile ma in realtà è limone, tequila, zucchero e ghiaccio, molto dissetante. Un percorso tra i bungalow, sotto il sole cocente delle 13:00, ci ha portato al Ristorante “Grill”, ove tutto è alla brace (tranne i dolci). Un self-service di braciole e spiedini ma soprattutto pesce, innaffiato da vino bianco o nero o birra o coca etc. alla spina a volontà. Nel pomeriggio mi sono dedicato ad una visita al villaggio. Ad ogni bar ritrovato lungo il percorso era inevitabile una nuova ordinazione, per cui alla fine mi girava un po’ la testa. Tra gli edifici del Dominicus Village è stato allestito perfino un laghetto con i fenicotteri ed un’area per le iguana. In serata di nuovo a cena: si ricomincia con l’abbuffata. Nel teatro l’animatore ha illustrato le varie attività del villaggio, presentando le equipe. Noioso.

Mercoledì 10 luglio: Dopo tanta fatica ci siamo concessi una intera giornata di riposo. L’unico elemento di disturbo (si fa per dire) è stato l’utilizzo (naturalmente included) del kayak a due posti. La prima impresa è stata far salire Elena ma molto peggio raggiungere il mio buco, perché l’attrezzo si muoveva continuamente sull’acqua. Superata questa fase, ho vogato alla disperata per superare le prime onde vicino alla riva che ti spingono indietro e ti mettono di traverso. Dopo è iniziata la vera e propria fatica. Vogare non è proprio il mio mestiere. Si comincia con il male ai muscoli delle braccia, segue il mal di schiena, per la posizione scomoda. Meno male che pian piano anche Elena ha cominciato a capire il meccanismo della vogata, per cui ha dato una mano. L’animazione serale ha presentato lo spettacolo Mister Dominicus: una gara di destrezza tra alcuni ospiti del villaggio che si cimentavano in esplorazioni nella jungla, scoppi di palloncini, rotture di uova in fronte. Molto divertente.

Giovedì 10 luglio: E’ il giorno della gita, denominata Dominibus. Scopo della gita è la visita dell’isola: finalmente qualcosa di culturale! Ma come si può visitare S. Domingo su di un autobus con il tetto di paglia? L’accompagnatore ha iniziato l’itinerario offrendo rum e Coca Cola a tutti (solo Coca ai bimbi). Poi musica a tutto volume e merenghe a volontà. Dai finestrini ci segnalava il villaggi Haitiani,  chiese caratteristiche, ma guai a fermarsi. Una barca ci ha fatto risalire, per breve tratto, il fiume Chavòn, tra rocce, mangrovie e immensi alberi carichi di uccelli. Un iguana tra le rocce. Poi il pranzo, in un ristorante gestito da un italiano, ormai trapiantato sull’isola. Abbiamo anche visitato un orto botanico, un confuso agglomerato di piante tropicali di proprietà di un contadino del posto. Inevitabile la sosta nello spaccio convenzionato, per acquistare, caffè, cacao e rhum. Dopo la cena e l’immancabile digestivo al bar, l’animazione ci ha proposto uno splendido spettacolo: la rivisitazione della favola di Aladino in stile musical. 

Venerdì 12 luglio: La mattina in spiaggia. L’animazione proponeva giochi tra gli ospiti del villaggio e l’immancabile Acqua Gym, o gluteo dance che dir si voglia, ma non abbiamo partecipato. Ho invece scoperto, tra gli scogli prospicienti alla spiaggia, una ricca fauna di pesci tropicali multicolori, per cui Elena ed io ci siamo prodotti in una continua esplorazione del fondale. Abbiamo persino convinto Maria Rosa a provare: dopo numerosi tentativi di respirazione con il boccaglio, con ripetute apnee e rischio di soffocamento, finalmente è riuscita a superare il panico ed è stata dei nostri. Da una profonda analisi delle dotazioni del villaggio, abbiamo dedotto che esistono due profonde lacune che speriamo possano un giorno essere colmate: al bar mancano le arachidi da abbinare agli aperitivi, ma soprattutto la Nutella. Alle 14:30 siamo partiti verso la insenatura di Bayahibe per una breve escursione sulla barriera corallina. L’area non è molto estesa ma l’acqua è cristallina per cui consente una buona visibilità del fondale. Lo spettacolo serale era una rivisitazione di Greese: belle scenografie e costumi. La protagonista femminile era però interpretata da un maschietto, bravissimo ballerino ma con modi decisamente ambigui.

Sabato 13 luglio: Tutta la mattina se ne è andata con la gita all’Isola Catalina, una delle due isole prospicienti alla costa (l’altra è l’Isola Saona, pare molto spettacolare come vegetazione). Un fuoribordo da 400 Hp ci ha portato ad alta velocità, tra spruzzi e salti sull’acqua, su due diversi fondali, veramente belli. Elena, Mari ed io ci siamo prodotti in una mega escursione con maschera e pinne, tra variopinti branchi di pesci. Al rientro l’accompagnatore ha effettuato alcune deviazioni sulla costa per farci ammirare i porticcioli dei VIP con splendidi yacht e le ville di Julio Iglesias e Madonna.

Nel primo pomeriggio mi sono iscritto alle lezioni di vela e con un accompagnatore ho fatto un breve escursione con virate e strambate. Il noioso pomeriggio sulla spiaggia è stato interrotto da questi “fastidiosi” animatori che vestiti, non so perché, da egiziani distribuivano bibite, birra e hot dog a volontà agli ospiti sotto le palme. Abbiamo trascorso la serata al Ristorante messicano. Alla sera l’animazione ha proposto uno spettacolo di balli Latino Americani, con costumi variopinti.

Domenica 14 luglio: Dopo la mattinata in spiaggia, tra bagni, snorkeling, kayak e letture di libri impegnati, abbiamo scelto il pranzo al Ristorante Grill. Nel pomeriggio scuola di vela per me e treccine per Elena e Francesca. Il tempo è poi peggiorato e verso sera è venuto un temporale, durato peraltro un’oretta. Dopo cena abbiamo assistito allo spettacolo più bello, intitolato “La storia del mondo”, una rassegna di momenti della storia dell’uomo, dalla preistoria al futuro. Al termine, tutti in spiaggia, per un nuovo spettacolo “gitano” e, verso la mezzanotte, grigliata per tutti.

Lunedì 15 luglio: E’ l’ultima mattina, dedicata alla barca a vela e all’inevitabile bagno. Dopo il pranzo a buffet ci siamo ritrovati alla reception per la partenza. Siamo atterrati alla Malpensa il giorno 16/7 in mattinata. Ci attendeva il fedele camper, con il muso già diretto verso la Bretagna.

Inizio pagina